Si è parlato di evoluzione e ancora trasformazione, ma forse il termine giusto da usare per questi ultimi mesi è quello di accelerazione.
Da anni infatti si parla di Digital Transformation, si lavora alle modalità per ottenerla, ma questi ultimi tre mesi hanno definito una sorta di spartiacque, spingendone l’avvento e decretando l’inizio di una nuova attualità con caratteristiche, termini, e priorità tutte nuove.
Ne abbiamo parlato con Stefano Lombardi, Marketing Director di Npo Sistemi.
In cosa si è attuato per te il Cambiamento degli ultimi mesi?
Prima di tutto, prima di attuarlo, abbiamo dovuto assimilare il significato stesso del termine Cambiamento. In passato era associato ad una variabile, a casi fortuiti, imprevisti che esulavano dalla normalità. Eventi per cui prepararsi sì, ma la cui probabilità di manifestazione era anche piuttosto remota.
Oggi invece il Cambiamento è l’attualità, è parte integrante della quotidianità. Essere agili significa quindi agire in questa modalità fluida e coglierne le opportunità.
Una presa di coscienza che si racconta anche con un linguaggio nuovo?
Assolutamente sì. La mentalità aziendale di prima ci aveva abituato a vedere nella proattività, nell’anticipazione dell’evento, dell’imprevisto, la vera possibilità di successo.
Gli ultimi mesi ci hanno insegnato invece che la previsione non è sempre possibile, per questo è fondamentale non solo anticipare l’azione, quanto saper ridurre i suoi tempi di risposta.
Sviluppando cioè la re-attività, la risposta all’azione. Chi ha saputo reagire negli ultimi mesi, vuoi per uno spiccato spirito di sopravvivenza, o per una competenza innata, ha avuto la meglio.
Ma per sviluppare la reattività e valorizzarne le potenzialità è necessario prima di tutto imparare ad identificare le proprie priorità: in questo la distanza imposta negli scorsi mesi e il remote working ci hanno insegnato molto.
In che termini?
Si è parlato innanzitutto di remotizzazione, un concetto però associato quasi sempre al lavoro. In realtà è un fenomeno che ha riguardato tutti, non sono solo i lavoratori.
Pensiamo alla spesa, alla cura di sé, ai film, ai beni di consumo: ognuno di noi nel proprio piccolo ha dovuto fare i conti con la distanza e la remotizzazione di qualcosa. Oltra a esperirla, questo ha portato anche una nuova consapevolezza e una definizione delle proprie priorità.
Io per esempio ho compreso che sono disposto a remotizzare la spesa, più efficiente ed efficace in termini di velocità e risultato, ma non l’acquisto di abiti, dove la presenza, il confronto sono ancora un valore aggiunto.
Insomma, la remotizzazione è stata anche la possibilità di rivedere molte delle mie priorità e abitudini ottimizzando anche il tempo che gli dedicavo.
Priorità riviste, linguaggi e termini dedicati, ma soprattutto un momento in cui anche un cambio di prefisso, dalla pro-azione alla re-azione, può in realtà esprimere la natura innovativa e le opportunità della Nuova Normalità.