Il parere dell'esperto
Le sfide del mercato globale e le attuali tensioni geopolitiche mettono a dura prova le supply chain sottoposte alla scarsità di materie prime, alle difficoltà dei Clienti nell’onorare gli investimenti e ad una pressione sempre più spinta alla ricerca dell’efficienza, al rispetto delle regole di sostenibilità ambientale e circolarità, al tracciamento delle fasi di lavorazione.
Sebbene l’89% degli executive concordano sul fatto che sia necessario reinventare il business per avere successo nell’attuale contesto(*), le aziende si trovano spesso davanti alla difficile decisione se intraprendere o meno anche solo dei piani di ammodernamento e svecchiamento sapendo che la sostituzione di linee e macchinari complessi in favore di tecnologie progettate secondo i moderni paradigmi dell’industria 4.0 può richiedere effort interni corposi e tempi lunghi di validazione ed integrazione per la messa in opera.
Le esigenze di tracciamento, qualora non siano state prese in considerazione subito all’epoca del design dei processi, si traducono spesso in una sovrastruttura necessaria con cui è difficile integrare i sistemi legacy che di fatto comporta inefficienze ed over-processing per redigere certificazioni e documenti ex-post.
Infine, la scarsità di materie prime mette in crisi molti modelli Just in time, conducendo le aziende a riconsiderare l’insourcing di maggiori scorte e gestione magazzini per rispettare gli SLA.
La tecnologia oggi permette un approccio totalmente nuovo all’innovazione dell’industria di cui porteremo due esempi.
In un primo esempio, per prevenire la necessità di bloccare le filiere per giorni in occasione degli audit e ridurre l’over-processing necessario in occasione delle certificazioni, è possibile far sì che i processi produttivi abbiano già “embedded” la produzione di tutte le evidenze che i moderni processi di qualità, audit e compliance prevedono.
È il caso di Ricoh Phygital Platform che aiuta le aziende a tracciare, a partire da un digital service wallet per l’ingaggio digitale anche del Cliente, le operazioni dispositive ed ordini di servizio dei Clienti che a loro volta scatenano una serie di lavorazioni rilevabili da un ampio parco di sensori industriali rugged sensibili sul mondo fisico. Ricoh Phygital Platform permette inoltre di selezionare gli eventi rilevanti di un processo ed affidarli ad uno o più framework di blockchain per la notarizzazione affinché acquistino l’opponibilità a terzi necessaria per audit e compliance di livello 4.0.
Non è più pensabile infatti gestire in maniera reattiva le necessità di certificazione, né difendere la propria supply chain dai contenziosi solo dopo che sono avvenuti: le garanzie a contorno dell’attività devono già essere dei buy-product embedded nella produzione.
In un secondo esempio la Servitization 4.0 può venire incontro alle difficoltà di molte aziende nell’ammodernare il parco macchine e nella sostenibilità. La soluzione più comune di ammodernamento industriale consiste nell’acquistare attraverso investimento nuovi macchinari, anche complessi, magari attraverso un rivenditore, installatore, manutentore che viene esposto a rischio finanziario tanto maggiore quanto più alto è il valore del bene.
Al fine di potersi fidare dei dati che produce, l’azienda dovrebbe avere il diretto ed unico controllo totale del macchinario, preoccupazione che spesso è alla base della mancata connessione in rete.
Rispetto a questa possibilità, i nuovi paradigmi pay-per-performance/pay-per-outcome prevedono che il macchinario anziché venduto venga offerto “a servizio” e che l’utilizzatore paghi non per il possesso del bene in sé ma il servizio o la performance che ne ottiene.
Tale paradigma abilita la circular economy, perché nessuno conosce un macchinario meglio di chi lo ha prodotto, pertanto chi lo ha prodotto è in grado sia di farlo funzionare e manutenerlo nella modalità più efficiente, sia di tenerlo sotto controllo meglio da remoto perché conosce quali parametri sono più salienti sia di smaltirlo in maniera ottimale perché conosce le componenti con cui è realizzato e quali componenti possono essere valorizzate differenziate e riutilizzate altrove.
La blockchain supporta i nuovi paradigmi pay-per-performance/pay-per-outcome in diversi aspetti.
Immaginiamo che una azienda abbia aggiunto alla propria produzione una soluzione che richiede macchinari ad alta precisione molto costosi, ad esempio un trapano per fare dei micro-fori molto precisi. Anziché acquistare il macchinario è probabile che l’azienda consideri con interesse la possibilità di pagare la performance o l’outcome del singolo buco di precisione.
Oltre a fornire un veicolo sicuro per la registrazione delle tante micro-transazioni insite in tale modello di business, delle quali bisognerebbe tenere traccia in maniera inoppugnabile, è possibile che l’asset “trapano” venga “tokenizzato” attraverso smart contract.
I token possono codificare contestualmente il valore del singolo buco -in rapporto al numero di buchi che l’asset può fare nel suo ciclo di vita- insieme alle clausole contrattuali che regolano il servizio come l’accettazione di alcune responsabilità, l’accantonamento di liabilities, l’opt-in in un servizio di assicurazione associato alla performance.
Tale soluzione abbattendo i costi unitari, permette una maggiore facilità di accesso ai servizi innovative e moderni oltre a ridurre i rischi finanziari sulla catena di consulenti e facilitatori ed attori dei servizi ancillari a contorno che vedrebbero aumentata la diffusione e le possibilità di upsell di servizi.
La blockchain, essendo strumento che realizza la fiducia digitale, risolve inoltre il problema dell’affidabilità dei dati anche laddove i macchinari -laddove eserciti o manutenuti da terzi- non siano più sotto il diretto ed unico controllo di chi ne beneficia.
Il superamento del vincolo di possedere e controllare direttamente tutta l’infrastruttura diventerà nell’industria fattore sempre più decisivo di competitività nella crescita, dal momento che gli spazi, le location fisiche ed il personale a controllo degli impianti crescono tipicamente ad un ritmo inferiore e con vincoli più stringenti rispetto al business.
Per questo motivo Npo Sistemi promuove soluzioni sinergiche tra IoT e Blockchain – fra persone, processi, dati e oggetti – abilitando il cambiamento e nuovi scenari, attraverso la trasformazione delle informazioni in azioni per realizzare reti di connessioni più rilevanti.
*da un’analisi Accenture