Abilitare l'azienda del futuro
Il mondo IT, negli ultimi anni, ci ha abituati a numerosi hype, velocemente diffusi, quanto velocemente tramontati.
Di questo elenco, però, non fa parte l’Intelligenza Artificiale, che continua a essere tra i protagonisti dello scenario attuale per le enormi potenzialità.
Secondo gli ultimi dati diffusi da Net Consulting, infatti, l’AI si conferma, per il 2023 in Italia, la tecnologia con la crescita più rapida (30% annuo).
Potenzialità che rendono l’AI molto più di un trend: questo fenomeno, infatti, racconta un nuovo modo non solo di intendere il mondo, ma anche di realizzare nuove opportunità di business.
Per questo motivo, negli ultimi anni le aziende richiedono sempre di più di più poter introdurre e adottare soluzioni di Intelligenza Artificiale.
Ma quando è possibile farlo? E soprattutto, le aziende hanno davvero tutte le carte in regola per fare questo passo?
Non proprio.
L’Intelligenza Artificiale necessita, infatti, di alcuni prerequisiti senza i quali questa non può inserirsi, né essere introdotta.
Dati
Il primo tra questi prerequisiti è quello dei dati.
Per cogliere i vantaggi dell’AI, le modalità di raccolta, catalogazione, e fruizione dei dati spesso devono essere ripensate.
Spesso le aziende si ritrovano a dover amministrare, sia a livello infrastrutturale, che a livello di sviluppo, raccolte dati realizzate da sistemi diversi, anche in formato cartaceo, dalla qualità ed affidabilità dubbia. L’AI ha invece bisogno di poter lavorare su basi di dati ampie, digitali ben organizzate di cui si sappia argomentare la qualità, l’affidabilità e la provenienza.
Per questo è fondamentale predisporre opportune misure di Data Governance allineata alla Data Strategy aziendale.
Processi
In maniera speculare, le opportunità dell’Artificial Intelligence, richiedono processi capaci di essere ricettivi degli improvement che l’AI potrebbe portare.
Laddove non sia possibile riprogettarli da zero, è spesso necessario mettere mano ed apportare modifiche anche sostanziali.
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