ARTIFICIAL INTELLIGENCE: OPPORTUNITÀ O MINACCIA? Il ruolo della Formazione.
Conoscere il mercato e i suoi nuovi trend in anticipo. Ma non solo. Conoscerlo e analizzarlo attraverso la voce di esperti del settore, opinion leader capaci di offrire spunti di riflessione e uno sguardo alto sul mondo IT.
La nuova voce d’eccezione è Barbara Callegari, Trainer & Data Analyst, per raccontare il legame tra Artificial Intelligence e competenze oggi, tra soft e hard skill.
Chi sei, cosa fai e tre aggettivi per descriverti
Sono un’analista di dati, consulente e trainer certificata Microsoft, specializzata nell’insegnamento delle tecnologie di business intelligence.
Questo significa che aiuto le aziende e i professionisti a trasformare i dati in valore, utilizzando strumenti come Microsoft Power BI, Python, SQL, e Tableau, per ottimizzare i processi decisionali e ottenere risultati tangibili.
Se dovessi scegliere tre aggettivi direi: curiosa, perché non smetto mai di imparare e cerco sempre nuovi modi per migliorare ciò che faccio, empatica, perché ascoltare e comprendere le esigenze delle persone è la chiave per realizzare soluzioni utili e su misura e infine determinata, perché credo nell'impegno e nella costanza per raggiungere gli obiettivi.
Questa combinazione di curiosità, empatia e determinazione mi permette di unire competenze tecniche e relazionali, valorizzando al massimo il mio ruolo nel mondo dell’analisi dei dati.
Artificial Intelligence: la definiresti più un’opportunità o una minaccia? Dov’è l’equilibrio?
Entrambe direi. Parlerei di un’opportunità perché trasforma il modo di lavorare e aumenta esponenzialmente la produttività.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, ogni rivoluzione industriale, ogni momento di forte trasformazione, come quello che stiamo vivendo, porta a dei cambiamenti. E questo perché il treno della trasformazione non si può arrestare, serve piuttosto imparare ad adattarsi, a conoscere da vicino queste tecnologie.
Serve inoltre anche il coraggio di far evolvere le vecchie conoscenze al nuovo contesto.
Parlerei invece di rischio pensando, ad oggi, al tema privacy e alla sicurezza. L’Intelligenza Artificiale non è ancora perfetta, serve più che mai che l’uso sia regolamentato e accompagnato da misure di sicurezza efficaci.
Hard skill. Quali sono le competenze tecniche per abilitare l’AI?
Abilitare l’intelligenza artificiale richiede una combinazione di competenze tecniche che spaziano dall’analisi dei dati alla programmazione, passando per la conoscenza dei modelli matematici e statistici. Per citare delle hard skill direi:
- Possedere fondamenti di programmazione: linguaggi come Python, R, Java sono essenziali per sviluppare e implementare algoritmi di intelligenza artificiale. Python, in particolare, è uno standard grazie alla sua vasta gamma di librerie come TensorFlow, PyTorch e Scikit-learn, che semplificano lo sviluppo di modelli AI.
- Avere conoscenza dei modelli di machine learning e deep learning: per poterli implementare è fondamentale conoscerli.
- L’Analisi e gestione dei dati: l’AI si basa su dati di alta qualità. Per questo motivo le competenze di analisi e gestione dei dati sono essenziali per abilitare l’intelligenza artificiale, poiché garantiscono la raccolta, la pulizia e l’organizzazione di dati di qualità. Queste permettono di creare dataset rappresentativi, eliminare bias, monitorare i risultati e ottimizzare le prestazioni dei modelli. Non solo, assicurano anche l’integrazione dei dati da fonti diverse, il rispetto delle normative sulla privacy e un uso etico delle informazioni. (SQL, Python, Power BI, ecc..).
- Ethics e governance dei dati: l’uso etico dei dati è cruciale per l’AI. La regolamentazione per la gestione dei dati si sta ancora sviluppando. In futuro sarà sicuramente necessario che ogni azienda abbia una figura addetta al monitaraggio dell’uso dei dati per garantire trasparenza e correttezza, per assicurare il rispetto delle normative, come GDPR.
- Avere conoscenze matematiche e statistiche: la matematica è il cuore dell’AI. È necessario padroneggiare concetti di algebra lineare, calcolo e probabilità, oltre che metodi statistici per comprendere il funzionamento degli algoritmi e migliorarli.
- L’utilizzo di piattaforme AI e cloud computing: le piattaforme di cloud computing come Microsoft Azure AI offrono strumenti preconfigurati per costruire, addestrare e distribuire modelli AI. La loro conoscenza permette di accelerare lo sviluppo e la scalabilità delle soluzioni.
- L’integrazione dell’AI nei flussi di lavoro aziendali: competenze in strumenti di business intelligence come Microsoft Power BI sono essenziali per integrare l’AI in un contesto decisionale, trasformando gli insight in valore pratico.
Soft Skill. Quali sono invece le soft skill da coltivare per differenziare e valorizzare il proprio ruolo?
In un settore tecnologico, spesso si tende a sottovalutare l’importanza delle soft skill. Tuttavia, sono queste competenze a rendere possibile il ponte tra la tecnologia e il suo utilizzo pratico. Coltivarle aiuta non solo a migliorare le proprie capacità professionali, ma anche a costruire relazioni più solide e a valorizzare il proprio ruolo.
Sono numerose. Tra queste parlerei di:
- Curiosità e apprendimento continuo: l’intelligenza artificiale è un campo in costante cambiamento. Essere curiosi, pronti a esplorare nuove tecnologie e metodologie, e capaci di adattarsi rapidamente alle innovazioni, è essenziale per restare competitivi.
- Capacità organizzative: semplificazione e prioritizzazione: non tutte le soluzioni devono essere complesse. Saper semplificare problemi e concentrarsi sugli aspetti più rilevanti è una skill preziosa per evitare dispersioni di risorse e focalizzarsi su ciò che conta davvero.
- Pensiero critico e problem-solving: il pensiero critico aiuta a valutare i problemi aziendali, identificare le aree in cui l’AI può fornire valore reale e progettare soluzioni efficaci. Implementare soluzioni AI è costoso sia in termini economici, che di risorse (tempo). Torniamo alla semplificazione del punto precedente: non è sempre necessario implementare una soluzione AI all’interno dell’azienda.
- Visione strategica: collegare le potenzialità dell’AI agli obiettivi aziendali è fondamentale per abilitare valore. Avere una visione strategica permette di posizionare l’AI come una leva per l’innovazione e la crescita, non come un semplice strumento tecnico.
- Comunicazione efficace: l’intelligenza artificiale può essere complessa da spiegare, specialmente ai non tecnici. La capacità di comunicare concetti tecnici in modo chiaro e comprensibile è cruciale per ottenere il consenso di chi prende decisioni e per collaborare efficacemente con team multidisciplinari.
- Empatia e intelligenza emotiva: l’AI viene spesso utilizzata per risolvere problemi umani. Avere empatia consente di progettare soluzioni che soddisfino le esigenze degli utenti finali, migliorando l’impatto delle tecnologie sviluppate.
- Collaborazione e lavoro in team: l’AI è raramente il risultato del lavoro di una sola persona. È essenziale collaborare con data scientist, esperti di dominio, sviluppatori e decisori aziendali per costruire soluzioni integrate e di successo. Qui torna utile anche l’empatia: una buona intelligenza emotiva favorisce la collaborazione nei team.
- Creatività legata al problem solving: l’innovazione è al centro dell’AI, e la creatività permette di immaginare nuovi modi di risolvere problemi, combinando tecnologie diverse e spingendo i limiti di ciò che è possibile fare con i dati.
Qual è secondo te l’innovazione tecnologica più disruptive di sempre?
Non posso sceglierne una sola, secondo me le innovazioni tecnologiche più disruptive di sempre sono tre e sono tutte interconnesse tra loro, nessuna, infatti, sarebbe possibile senza il contributo fondamentale delle altre 2: il microprocessore, la rete internet e l'intelligenza artificiale.
La prima è Microprocessore, la base dell'era digitale, il cuore della tecnologia moderna. È una scoperta disruptive perché
- ha abilitato una maggiore accessibilità alla tecnologia: prima dell'invenzione del microprocessore, i computer erano enormi e costosi, riservati a enti governativi o grandi aziende. La miniaturizzazione del calcolo ha democratizzato l'accesso alla tecnologia, permettendo l'uso domestico e personale.
- ha definito la base per tutte le tecnologie moderne: Internet, smartphone e intelligenza artificiale devono la loro esistenza al microprocessore. Ogni dispositivo smart, dai telefoni ai sensori IoT, si basa su questa innovazione.
- ha abilitato un effetto moltiplicatore: Ha creato nuovi settori industriali e ha portato progressi in ogni campo, dall'ingegneria alla medicina, trasformando l'economia globale.
La seconda invenzione disruptive è la Rete Internet: la connessione globale. Internet ha eliminato le barriere geografiche, trasformando ogni aspetto della società e accelerando lo sviluppo di innovazioni successive. Non solo, ha permesso una comunicazione istantanea e la collaborazione tra persone e aziende di tutto il mondo, ridisegnando così i modelli economici e sociali grazie a:
- un accesso universale alla conoscenza: oggi chiunque può accedere a un'infinità di informazioni, apprendere nuove competenze e persino seguire corsi accademici senza uscire di casa.
- una piattaforma per altre innovazioni: internet ha dato vita a tecnologie come l'IA, il cloud computing, la blockchain e i social media. Ha trasformato interi settori, come il commercio, l'editoria e l'intrattenimento.
- al supporto per la crescita futura: le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, utilizzano internet per accedere ai big data e alimentare i propri modelli. La rete è il substrato indispensabile per il progresso.
La terza tecnologia che citerei è l’Intelligenza Artificiale: un vero e proprio salto tecnologico che ha la capacità di trasformare radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare grazie a:
- Automazione avanzata: L'IA sta sostituendo attività umane in campi che vanno dalla produzione industriale all'assistenza sanitaria, aumentando l'efficienza e la riducendo i costi.
- Trasformazione dei dati in conoscenza: Grazie all'accesso ai big data attraverso internet, l'IA può identificare pattern complessi e fornire soluzioni innovative.
- Potenziale dirompente: perchè il suo impatto potrebbe superare qualsiasi innovazione precedente.
Sono tre tecnologie e invenzioni estremante interconnesse perché nessuna di queste innovazioni sarebbe stata possibile senza le altre due:
- Il microprocessore ha reso possibile lo sviluppo di internet e l'elaborazione dei dati necessari per l'intelligenza artificiale.
- La rete internet ha permesso la diffusione del microprocessore su scala globale e ha reso disponibile la quantità di dati necessaria per l'IA.
- L'intelligenza artificiale, a sua volta, sfrutta il potere di calcolo del microprocessore e la rete di internet per diventare sempre più avanzata.
Questa triade rappresenta il motore della modernità, in cui ogni elemento potenzia e supporta gli altri, dando vita a un ciclo continuo di innovazione e progresso.