Hybrid IT, la nuova generazione del cloud secondo Npo Sistemi. Dopo un periodo di grande ascesa del cloud pubblico, si assiste ad una fase di profonda riflessione su quali possano effettivamente essere i modelli IT più funzionali per rispondere alle esigenze di business di ogni azienda, in particolare quelle che intendono accelerare e rendere maggiormente efficiente il proprio percorso di trasformazione digitale.
La direzione ottimale per modernizzazione l’infrastruttura IT si riscontra ormai nei sistemi ibridi, in grado di sfruttare le funzionalità dei sistemi on-premise e dei vari modelli di cloud per ottenere un’infrastruttura IT capace di garantire maggiori performance, scalabilità e continuità di business.
Per saperne di più sull’hybrid IT abbiamo incontrato Massimo Bianchi, responsabile della Linea di BusinessHybrid Infrastructure Services di NPO Sistemi, realtà di eccellenza nell’ambito della consulenza IT e dell’integrazione con la partnership di HPE.
Negli anni precedenti, con una brusca accelerazione in occasione della pandemia Covid-19, le organizzazioni hanno iniziato a scoprire e adottare, spesso per la prima volta, i servizi in cloud pubblico, per sfruttare tutti i vantaggi dei modelli “as a service”, tra cui la possibilità di pagare in base agli effettivi consumi e la scalabilità delle risorse in funzione della variazione dei carichi di lavoro implementati.
Il cloud pubblico ha consentito alle aziende una maggior rapidità di adattamento al modello organizzativo dello smart working, garantendo ai lavoratori da remoto la disponibilità delle risorse mediante un accesso via browser web.
Se il primo approccio al cloud è stato condizionato da fattori di curiosità, sperimentazione e opportunità in un determinato periodo storico, quando si entra nell’ottica del medio termine, emergono vari fattori che portano a rivedere alcune scelte iniziali, capitalizzando l’esperienza maturata per trovare soluzioni più efficienti e funzionali ai propri bisogni.
Questo contesto ha portato a scoprire un cloud differente, più prossimo, più territoriale, caratterizzato da minori latenze operative, più personalizzabile nella gestione dei dati e molto più vicino alla concezione di quel data center all’interno del perimetro che ha tradizionalmente caratterizzato i sistemi IT on-premise.
Secondo Massimo Bianchi, che in NPO Sistemi si occupa quotidianamente di hybrid IT per aziende di varia tipologia e dimensione: “Cessato il tempo della novità, il cloud journey delle aziende ha acquisito una maggior consapevolezza, a cominciare dal fatto che si è iniziato a capire cosa si possa o meno fare in cloud pubblico, a cominciare dall’utilizzo dei dati e delle applicazioni che li utilizzano”.
I consulenti in materia di architetture IT devono pertanto comprendere al meglio: “Che il cloud è più adatto a certi processi e a certi clienti, meno ad altri – spiega Massimo Bianchi – Tutto dipende dal contesto in cui si trova un’azienda, a cominciare dal mercato e dalla regolamentazione a cui è soggetta. Tale condizione esclude a priori determinate scelte, orientando verso soluzioni legacy o distribuite in cloud privato e in cloud proprietario. Ci sono tante possibilità da cui ottenere tante risposte, di per sé tutte valide”.
La maggior consapevolezza acquisita in primis dai consulenti IT durante i progetti maturati in questi anni ha portato ad avere una maggior attenzione nei confronti dei dati, che ha portato una maggior prudenza rispetto all’utilizzo spasmodico del cloud pubblico per qualsiasi applicazione da modernizzare.
La grande varietà di esigenze che il mercato prospetta ha pertanto favorito la scelta di architetture più varie e flessibili, che vedono nell’adozione di un’infrastruttura IT ibrida un modello sufficientemente maturo per dare una risposta pratica e funzionale, sia livello strategico che a livello operativo.
Quando si tratta di valutare una strategia di modernizzazione in ambito IT, improvvisare lasciandosi ispirare soltanto dai trend tecnologici più in auge rischia di produrre spiacevoli sorprese. Secondo Massimo Bianchi è evidente che: “Improvvisare equivalga nella maggior parte dei casi ad una perdita di tempo e denaro, con il rischio di ritrovarsi a rifare tutto da capo”.
La consulenza di un system integrator dotato di una comprovata esperienza nell’ambito della modernizzazione delle infrastrutture IT, oltre a risparmiare qualche brutta sorpresa, consente di valutare più soluzioni in base alle possibilità che le tecnologie oggi sono realmente in grado di portare sul mercato.
Una realtà come NPO Sistemi, da anni orientata alla ricerca del giusto mix tra legacy e cloud, come ci spiega Massimo Bianchi: “Si tratta di modelli che hanno entrambi punti estremamente favorevoli e non vi è alcuna ragione di preferire a prescindere il cloud in funzione dell’on premise. Anche in merito alle soluzioni cloud abbiamo il cloud pubblico, il cloud privato, il cloud proprietario. Utilizziamo molti termini nel nostro lavoro ma alla fine bisogna saper scegliere la soluzione migliore per ogni cliente”.
Un approccio consapevole in termini di consulenza, secondo Bianchi, non dovrebbe mai prescindere dal valutare con estrema attenzione: “Il mercato in cui l’azienda si muove e la sua propensione alla tecnologia. In base a questi elementi è possibile valutare il giusto mix tra soluzioni on-premise e soluzioni in cloud. Occorre saper mettere il cliente al centro, analizzare con estrema attenzione le sue esigenze attuali e valutare più scenari evolutivi”.
Per supportare i clienti con le tecnologie più avanzate in ambito IT, NPO Sistemi vanta da anni una solida partnership con HPE: “Si tratta di una collaborazione estremamente preziosa – spiega Bianchi – perché ci consente di guardare la realtà oltre ciò che attualmente accade da noi in Europa. L’esperienza di HPE sul mercato americano prospetta infatti delle soluzioni che da noi si diffonderanno magari tra cinque anni. Oggi diversi modelli di infrastruttura di HPE sono già disponibili anche in Italia e mi riferisco in particolare a GreenLake, un approccio nuovo, capace di portare nel data center proprietario delle aziende un modello a servizi gestiti basato sulle stesse logiche centralizzate del cloud”.
L’evoluzione dei sistemi tradizionali e la crescente varietà delle soluzioni in cloud oggi, consente di valutare vari approcci strategici e operativi, che trovano in un modello IT ibrido la configurazione più flessibile per risolvere un’ampia tipologia di esigenze.
Le competenze e il know-how di un consulente come NPO Sistemi, supportati dalla tecnologia leader di HPE, consentono alle aziende di ottenere il giusto mix a cui fa riferimento Massimo Bianchi, per ottenere un’infrastruttura IT capace di evolvere nel tempo, mantenendo un forte allineamento con le esigenze di business più specifiche.